Roma avrà il suo Consiglio del cibo

E’ stata approvata dalla giunta Capitolina la delibera che mette le basi per l’elaborazione di una food policy romana che nasce sulla spinta di un movimento dal basso. La delibera, di cui inseriamo un estratto con gli articoli, è un passaggio straordinario di un lavoro coeso e competente che ha visto coinvolte una cinquantina di associazioni, reti e movimenti e la guida accademica di alcuni esperti, tra cui il prof. Davide Marino e Giampiero Mazzocchi, che hanno saputo tenere le fila di un discorso complesso. Nasce su istanze che vengono dal basso anche il Consiglio del Cibo, un organo istituzionale composto da soggetti rappresentativi dei cittadini, delle istituzioni pubbliche, delle associazioni e di tutti gli attori che ruotano intorno al sistema agroalimentare che avrà il compito di monitorare la realizzazione della Politica del Cibo di Roma Capitale.
Il testo, qui sotto con gli articoli della delibera, non è quello definitivo perché ci sono stati degli emendamenti pertanto ci sarà una versione aggiornata tra qualche giorno.

Art. 1 Delibera di adottare una Politica del Cibo di Roma Capitale attraverso la quale l’Amministrazione comunale identifica obiettivi, le linee di intervento e le azioni concrete da attuare nelle proprie politiche comunali, al fine di realizzare gli indirizzi che verranno definiti, con un apposito percorso partecipativo, mediante lo strumento denominato Piano del Cibo di cui all’art. 2.

La Giunta Comunale di Roma Capitale identifica, fra le priorità su cui concentrare l’azione della propria Politica del Cibo, i seguenti punti:

1. Garantire l’accesso alle risorse primarie per la produzione agricola, in primis la terra, l’acqua e l’agro-biodiversità, al fine di promuovere la nascita di nuove imprese agricole, condotte da giovani e da donne;

2. Promuovere l’agricoltura sostenibile orientando azioni di intervento verso il sostegno all’agricoltura biologica e all’agroecologia;

3. Promuovere le diverse tipologie di filiera corta (farmers’ market, gruppi di acquisto solidale, community-supported agriculture e aziende agricole che effettuano la vendita diretta) e la presenza degli agricoltori diretti all’interno dei mercati rionali;

4. Agire sui rapporti città-campagna favorendo l’approvvigionamento di prossimità.

5. Promuovere le specificità territoriali legate al cibo e al territorio, rafforzando i sistemi di etichettatura territoriale quali la Denominazione di Origine Comunale (De.C.O.) o Municipale (D.O.M.), nonché sperimentando sistemi di tracciabilità della filiera con la collaborazione dell’Agrocamera (già Azienda Romana Mercati);

6. Ridurre drasticamente gli sprechi alimentari in tutte le fasi della filiera, sia con un’opera di prevenzione, sia attraverso il sostegno alle iniziative di recupero e la redistribuzione delle eccedenze, in modo da favorire l’accesso al cibo da parte delle fasce sociali più deboli

7. Promuovere, in particolare nei contesti urbani e periurbani, tutte le forme di multifunzionalità, sia quelle a maggiore valenza sociale (inserimento persone svantaggiate, “dopo di noi”, agricoltura terapeutica, agri-nido), sia quelle a maggiore valenza economica come l’agriturismo;

8. Promuovere un maggiore livello di consapevolezza dei cittadini rispetto alle questioni del cibo dell’agricoltura e del territorio attraverso un piano di educazione alimentare e ambientale che parta dalle scuole, dal sistema delle aree protette e dalla rete degli orti urbani;

9. Contrastare il consumo di suolo e affrontare altri fenomeni di degrado della terra (impermeabilizzazione, dissesto, erosione, compattamento, perdita di sostanza organica, salinizzazione e desertificazione);

10. Riconoscere la funzione degli agroecosistemi come elementi centrali delle infrastrutture verdi e quantificare i servizi forniti dal sistema agricolo, favorendo l’integrazione di questi valori nei processi di pianificazione e gestione del territorio e del paesaggio;

Art. 2. L’Amministrazione comunale, al fine di attuare la Politica del Cibo di Roma Capitale, si impegna a varare entro tre mesi dall’approvazione della presente Delibera un proprio Piano del Cibo, quale documento strategico che definisce la visione, i principi e le linee guida da seguire nei processi decisionali e nelle pratiche, e che traccia gli orientamenti e le azioni concrete necessarie a garantire a tutti i cittadini di Roma Capitale l’accesso a cibo sano, nutriente, ecologicamente ed eticamente sostenibile. Il Piano del Cibo è parte integrante della pianificazione urbana, e agisce attraverso approcci multisettoriali e multi-scalari che comprendono una vasta gamma di politiche, dalla pianificazione del territorio alla distribuzione formale e informale degli alimenti, dall’accessibilità fisica al cibo alla gestione dei rifiuti alimentari e del riciclo;

Art. 3. Al fine di garantire, sia durante la stesura del Piano del Cibo, sia durante l’attuazione del Piano del Cibo, la più ampia partecipazione possibile dei cittadini, degli stakeholder e dei rightholder, con la presente Delibera viene istituito il Consiglio del Cibo cittadino (Food Council) istituzionalizzandolo nella forma di Consulta Comunale. Il Consiglio del Cibo è un organo composto da soggetti rappresentativi dei cittadini, delle istituzioni pubbliche, delle associazioni e di tutti gli attori del sistema agroalimentare con il compito di monitorare realizzazione della Politica del Cibo di Roma Capitale, di proporre all’Amministrazione politiche, progetti e idee innovative, e di coinvolgere e stimolare la comunità locale in percorsi volti all’implementazione del Piano del Cibo.

Art. 4. La Politica del Cibo di Roma Capitale, il Piano del Cibo ed il Consiglio del Cibo sono adottati dall’amministrazione e incardinati all’interno delle funzioni amministrative comunali. A tale scopo, si delibera di istituire, contestualmente all’adozione del Piano del Cibo, un apposito Ufficio Tecnico per l’attuazione della Politica del Cibo di Roma Capitale quale organo preposto al coordinamento tra gli uffici rispondenti ai vari assessorati coinvolti nei progetti e all’aggiornamento degli strumenti di programmazione, a partire dal Documento Unico di Programmazione.