Bio, filiera corta e niente sprechi: il decreto che vuole le mense sostenibili

Una spinta verso l’ampliamento dei prodotti di origine biologica in mensa è arrivata due anni fa con il Decreto legislativo  n. 50. Il nuovo Codice dei contratti pubblici, attualmente in vigore, impone, infatti,  l’inserimento dei CAM (criteri ambientali minimi del Green Public Procuremet) nella documentazione delle gare d’appalto, prevedendo un maggiore impiego di prodotti biologici nei capitolati.

Con la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del 18 dicembre 2017 è il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali a spingere verso le Mense biologiche e sostenibili. Si tratta di una iniziativa di legge che promuove ‘il consumo di prodotti biologici e sostenibili per l’ambiente nell’ambito dei servizi di refezione scolastica negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado’. Lo fa attraverso l’adozione di criteri premianti: la medaglia d’argento e la medaglia d’oro, che vengono assegnate in base alla percentuale di utilizzo di prodotti biologici. Il bollino d’oro premia la percentuale di ingredienti da agricoltura e allevamenti in mare e in stalla che provengono da aziende biologiche almeno nel 50% dei casi; frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale, pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine devono toccare il 90%, mentre uova, yogurt e succhi di frutta devono arrivare al 100%. Si avrà invece il bollino d’argento se la quota bio per prodotti lattiero-caseari, carne e pesce tocca il 30%, frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine il 70% mentre per uova, yogurt e succhi di frutta la percentuale dovrà comunque raggiungere il 100%.

Tra i criteri premianti nella valutazione qualitativa dell’offerta in sede di gara ci sono anche aspetti che riguardano la riduzione dello spreco alimentare e il minore impatto ambientale che privilegia la filiera corta. Viene valorizzato l’impegno a recuperare i prodotti non somministrati e a destinarli ad organizzazioni non lucrative di utilità sociale (beneficenza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari) come previsto già dalla legge 19 agosto 2016, n. 166 e viene promosso il consumo di prodotti biologici provenienti da ‘un’area vicina al luogo di somministrazione del servizio (in un raggio di 150km).

Il progetto del Ministero prevede un investimento importante che sosterrà le mense biologiche fino al 2020.