La mensa 2021/2022, tra green pass e novità

Il nostro, osservatorio, che monitora l’evoluzione delle mense scolastiche in Italia e, con essa, la regolamentazione, ha registrato negli ultimi mesi dei cambiamenti degni di nota. Parliamo di eventi cruciali che si prevede avranno ricadute anche su altre mense scolastiche a livello nazionale e di norme recenti che disciplinano l’avvio della ristorazione scolastica di quest’anno.

GREEN PASS PER GLI ADDETTI MENSA
Giovedì 9 settembre il Consiglio dei Ministri ha confermato la necessità del green pass anche per gli addetti che lavorano all’interno delle mense scolastiche e universitarie, e per i lavoratori delle ditte di pulizia e manutenzione negli istituti scolastici.

BASTA USA E GETTA
Il CTS nelle nuove linee guida per la scuola pubblicate a luglio dichiara che ‘ il servizio [di mensa scolastica] può  essere erogato nelle forme usuali, senza disposable’. Quindi l’invito implicito è quello di tornare ad applicare i CAM che richiedono che il pasto sia servito in piatti di ceramica o di porcellana. Rimane l’indicazione relativa al ‘distanziamento e igiene‘ come strumenti per tutelare la sicurezza dei bambini e del personale scolastico, che era la raccomandazione già sollecitata dalla Siti (Società d’Igiene Italiana) nelle linee guida dello scorso anno.

FIRENZE TORNERA’ IN HOUSE
A Firenze, il sindaco Dario Nardella ha scelto di tornare al sistema di gestione in house e abbandonare l’esternalizzazione del servizio di ristorazione scolastica per privilegiare il controllo e la qualità del servizio. Un caso che fa discutere perché mette in luce la fragilità del modello di mensa esternalizzata spingendo l’Amministrazione ad investire in maniera significativa su un servizio così strategico per le famiglie e per il Comune in vista delle prossime elezioni amministrative a cui punta ad arrivare con maggiore consenso.

LA GARA DI ROMA PREMIA LA QUALITA’ AL 100%
Roma è il primo Comune ad avere indetto una gara dove il servizio di ristorazione scolastica viene aggiudicato esclusivamente sulla base dell’offerta tecnica e non sul ribasso del prezzo del pasto. Nella gara per la mensa scolastica capitolina ‘l’elemento prezzo, così come previsto dall’art. 95, comma 7 del Codice, assumerà la forma di un costo fisso, sulla base del quale gli operatori economici competeranno solo in base a criteri qualitativi, e pari a € 5,595 (escluso I.V.A.)’. Per la prima volta il 100% del punteggio di gara viene assegnato alla qualità e non al prezzo, il ché è un segnale importante che l’Amministrazione è seriamente intenzionata ad investire su una ristorazione scolastica eccellente, visto che mantiene il privilegio delle cucine interne alle scuole. Due presupposti, la qualità delle materie prime e le cucine interne, che potrebbero far ritornare Roma agli albori degli anni passati quando la mensa scolastica capitolina era riconosciuta in tutto il mondo come un’eccellenza.

130 MILIONI PER FINANZIARE PALESTRE E MENSE SCOLASTICHE
Il Ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione degli Enti locali delle Regioni del Centro-Sud (Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) fondi per la messa in sicurezza di mense scolastiche e palestre e per la costruzione di scuole innovative.

‘L’Avviso mette a disposizione 130 milioni che potranno essere usati per finanziare due tipologie di interventi: l’adeguamento e la messa in sicurezza delle palestre, delle aree di gioco e di impianti sportivi esistenti a uso didattico e l’adeguamento, la messa in sicurezza e l’allestimento di mense scolastiche’. 

Gli interventi fanno parte della più ampia azione di riqualificazione degli edifici scolastici che hanno l’obiettivo di migliorare la fruibilità degli ambienti, incentivare il tempo pieno e contrastare l’abbandono scolastico nelle Regioni del Sud. Dei 368 interventi ammessi al finanziamento, solo 35 sono per le mense scolastiche

CONSIDERAZIONI
In questo quadro cogliamo il segnale positivo che sia le Amministrazioni che il Ministero dell’Istruzione tornano ad investire nella mensa scolastica.
Un segnale importante che riconosce un valore a questo servizio, anche se mancano dei tasselli fondamentali che danno senso e significato alle mensa scolastica. Il Ministero investe nei refettori e nelle cucine, ma non sono solo i ‘fornelli e gli spazi’ a fare la mensa. Si può investire nella ristorazione scolastica ma con una visione più ampia che guarda al futuro del Pianeta e delle nuove generazioni. In questo preciso momento storico la mensa è uno straordinario strumento di politica sociale, ambientale ed economico, capace di mitigare gli effetti della povertà alimentare, garantire sicurezza alimentare e nutrizionale ai bambini, ma anche di dare opportunità di lavoro alla comunità locale, di sviluppare la biodiversità e l’agricoltura sostenibile del territorio, creare una cultura del cibo capace di conservare culture e tradizioni locali.

Questo significa che oltre ai refettori e alle cucine si può investire nel personale, nella formazione continua, nell’educazione alimentare e ambientale di tutti i soggetti che ruotano intorno alla mensa scolastica (Amministratori, insegnanti, genitori e bambini), coinvolgere i produttori locali per trasformarli in fornitori di prodotti sostenibili e sostenere i Comuni nell’ampliare le fasce di gratuità per rendere il pasto accessibile anche alle fasce più fragili della cittadinanza.
Cibo, organizzazione, competenza, territorio e fattore umano sono i cardini di un servizio che può arrivare a promuovere uno sviluppo sostenibile del territorio. Una mensa che nutre e che dà la possibilità di costruire un tessuto sociale a supporto delle famiglie, restituendo la possibilità alle donne di avere anche un ruolo nel mondo del lavoro.

INVESTIRE MA CON UNA VISIONE POLITICA
Assistiamo a degli interventi che rimediano a delle carenze, colmano un gap tra nord e sud attraverso la costruzione di strutture, ma manca una visione politica di più ampio respiro che può incidere sul tessuto economico e sociale del territorio. Un’assenza di visione che va colmata mettendo insieme più prospettive politiche ed interventi coordinati tra i Ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura, dell’Economia, della Salute e dell’Istruzione, perché il cibo a scuola riguarda tutti e può diventare volano per un futuro di salute e benessere della comunità e per l’avvio di politiche efficaci che vadano nella direzione della sostenibilità ambientale.