Lettera aperta di un’insegnante celiaca

Taralli  per celiaci (con olio di palma) offerti il 19 maggio
Taralli per celiaci (con olio di palma) offerti il 19 maggio

Milano, 13 maggio 2016

Gentilissimi signori,
vi scrivo perché da tempo ho alcune domande, circa la vostra refezione, che ancora non trovano risposta. I miei dubbi riguardano i menù speciali e, in particolare le diete dei bambini affetti da CELIACHIA.
Come saprete la celiachia é una malattia autoimmune invalidante. L’aspetto invalidante é, forse, quello sociale più che fisico. Infatti, chi é celiaco ben si distingue in quei momenti che solitamente sono, nella nostra società, condivisi con gli altri. Mi riferisco ai pranzi, alle cene ma anche ai momenti di festa in cui si condivide il pasto INSIEME agli altri o un gelato con gli amici. Ecco, tutti questi momenti sono situazioni di grande sofferenza per un celiaco e, a maggior ragione, per un bambino celiaco! Lo sanno bene le mamme che, pur di non fare pesare tale diversità ai figli, si inventano ricette di ogni tipo e li mandano alle feste dei compagni con cibi fatti in casa da loro ( pseudo dolci e pseudo panini e pizzette ben lontane nel gusto alle succulenti cose che il bimbo vedrà mangiare agli altri), tutto purché il bambino non si senta DIVERSO.

Premesso ciò, mi chiedo: ma come é possibile che in un ambiente come la scuola, dove non si fa altro che parlare di inclusione, di uguaglianza, di parità di diritti, proprio a tavola tali principi vengano dimenticati?
Quello a cui assisto da diversi anni, oramai è il viso contrito (e a volte molto vicino alle lacrime) di un bambino celiaco costretto a mangiare il merluzzino in bianco che galleggia nell’acqua della sua cottura a vapore mentre intorno a lui il resto dei bambini mangia i golosi “bastoncini del capitano”. Oppure, mentre i compagni hanno gnocchi al sugo, lasagna o tortelloni lui guarda sconsolato, il suo piatto di pasta di mais o il riso in bianco, accompagnato, il più delle volte dal famoso merluzzino a vapore (di cui credo che quest’anno abbiate davvero comprato una fornitura veramente esagerata!!!).
Ma perché?
Perché non dare anche al celiaco i bastoncini di pesce senza glutine quando lo hanno i suoi compagni? Eppure ci sono in commercio!!
Perché non prevedere gli gnocchi o i tortelloni o le lasagne senza glutine anche per lui?
Se il celiaco non mangia il cibo cosiddetto “normale” non lo fa per capriccio, per una scelta religiosa o per seguire un particolare stile di vita (vedi vegani). Lui non mangia perché non può!
Perché é malato!
Ed evidenziargli questa cosa tutte le volte che si mette a tavola non solo é umanamente scorretto, ma mi spingo a dire che é addirittura crudele!
E allora, perché?
Non ha anche lui gli stessi diritti dei compagni?
Non paga forse la medesima retta?
E anche se ci fosse una leggera maggiorazione, nel suo caso ( perché i cibi senza glutine sono più cari) sono certa che qualunque mamma sarebbe felicissima di pagarla!
E allora, cari signori, perché non farlo?
Perché promuovete la “giornata del menù senza glutine” e poi date a tutti riso e pollo? Ma dovreste fare assaggiare a tutti la terribile pasta di mais che non tiene alcun tipo di cottura, piuttosto!!! Così sarebbe davvero “condivisione”!
Riso e pollo? ……..

Cari signori, vi prego davvero di scusare questo mio sfogo.
So che é difficile gestire un centro di ristorazione così grande e complesso e posso solo immaginare quali e quante difficoltà incontriate ogni giorno.
Ma noi siamo la scuola ed io sono un’insegnante. Ed il bene dei piccoli è la cosa che più ci sta a cuore.
Io vivo ogni giorno questo disagio ma, da adulta, posso darmi mille spiegazioni e superare le difficoltà ma un bambino no.
Ho pensato di scrivervi centinaia di volte.
Tutte le volte in cui avevo il riso in bianco davanti a me mentre ero circondata da lasagne al sugo e tutto quello che potevo fare era voltarmi a sorridere al bambino poco più in lá che, come me, aveva lo stesso riso, ………ma non lo stesso sorriso!!

Grazie del vostro tempo. Cinzia Napoli (insegnante celiaca) lettera indirizzata al fornitore del servizio di refezione scolastica.

La maestra Cinzia Napoli ci ha autorizzato a pubblicare la sua lettera. Milano Ristorazione ha risposto alla lettera aperta dell’insegnante con un reply all dopo 4 giorni, ma non ha dato evidenza dello scambio epistolare sul suo sito, pertanto non ci riteniamo autorizzati a pubblicare la risposta a cui eravamo in copia.