Mangiare a scuola nella fase 2

La mensa scolastica può anche migliorare nella fase di emergenza, non ha ragioni (o scuse) per declassare la qualità del pasto. Parola di Antonio Ciappi Direttore di un’azienda municipalizzata che serve 8.000 pasti trasportati nelle scuole di 4 Comuni toscani.

L’intervista ad Antonio Ciappi toglie qualsiasi dubbio sulla ventilata necessità di offrire il cosiddetto lunchbox ai bambini in classe. La qualità del pasto rimane un must a cui non si possono fare deroghe. Soprattutto non ci sono ragioni tecniche per offrire un pasto diverso da quello che si offriva fino a febbraio. Bisognerà attrezzarsi, fare qualche investimento e formazione agli addetti che dovranno dotarsi di tutti i dispositivi come mascherine e guanti e seguire le istruzioni della Siti (Società Italiana Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica) per la riapertura di bar, ristoranti, pub e assimilabili.

La pandemia per Antonio Ciappi e, insieme a lui, per le aziende che credono nel valore del mangiare a scuola, diventa l’occasione del cambiamento “obbligatorio” che può conciliarsi con il cambiamento voluto, auspicabile, utile ai bambini e alle bambine. Il mangiare il classe, o in palestra o all’aperto sarà l’occasione per adottare nuove modalità che possono rappresentare anche un’opportunità per sperimentare nuove soluzioni d’interesse per la collettività. Puntare al meglio, quindi, perché il ‘mangiare a scuola’ sia un tempo educativo, sia sotto il profilo delle abitudini alimentari sia sotto il profilo dell’acquisizione di sane relazioni con il cibo.

Ora più che mai il nostro sistema immunitario, e quello dei nostri figli, ha bisogno di alimentarsi per essere la prima grande difesa contro il virus. Sappiamo che le abitudini alimentari incidono fortemente sullo stato di salute e sull’esposizione a malattie croniche e degenerative. E’ quindi necessario che il pasto a scuola sia sano e rappresenti una forma di prevenzione sanitaria primaria. Si tratta di un investimento con importanti ricadute nel breve e lungo periodo su oltre 2 milioni di utenti;

Sarà quanto mai fondamentale a settembre avviare la mensa scolastica impostando il menu con una dieta sana che eviti alimenti infiammatori come salumi, dolci, cibi processati, riduca le carni rosse e introduca una maggiore varietà e frequenza di cereali integrali biologici, legumi e verdure di stagione. Quindi ‘no’ ad un pasto freddo, o ‘emergenziale’ ma ‘sì’ ad un pasto completo che garantisca la massima capacità protettiva ai bambini secondo le indicazioni delle linee di indirizzo della ristorazione collettiva del Ministero della Salute che richiamano il protocollo NACCP.

Antonio Ciappi che dirige un’azienda di ristorazione scolastica con cucina centralizzata e pasto trasportato per 8.000 utenti garantisce che questo è possibile, anzi, è necessario.