Maria de Biase e la ‘scuola della terra’

Credo che la scuola sia in un momento di crisi profonda, fortunatamente tante realtà scolastiche provano a proporre altre modalità, meno rigide e più contemporanee. “Cambiare l’educazione per cambiare il mondo” è la riflessione che spesso mi passa per la testa. Continuo a pensare che solo trasformando la scuola e le scuole possiamo di nuovo acquisire speranza. Nonostante l’inerzia della scuola, e la conformità che caratterizza la maggior parte degli operatori scolastici in questi anni ho provato a portare dei piccoli cambiamenti all’interno della scuola dove lavoro. Il cambiamento è difficile, è un processo lento, ma considero comunque la scuola una costruzione umana, quindi può essere messa in discussione. Nulla può essere più rilevante di un cambiamento radicale ed ampio dell’educazione. Ritengo la scuola così come è organizzata oggi un luogo fortemente disumanizzante, freddo, rigido e con poco spazio per la convivialità, per la creatività sia degli studenti che degli adulti che vi lavorano.

Ho introdotto qualche principio ecosostenibile:

  • Educazione alla ruralità: realizzazione di piccoli orti in ogni plesso. Piantumazione di alberi da frutta. Stagionalità. Km 0
  • Educazione alimentare: eliminazione delle merendine e degli snack, valorizzazione della dieta mediterranea. Eco- merende a scuola a base di pane e olio, marmellate fatte in casa, spremute di agrumi locali, macedonie di frutta fresca preparata da maestre e alunni, torte delle mamme, frutta fresca e secca, biscotti preparati a scuola. Il cibo, consumato insieme, condiviso, narrato è un ottimo costruttore di legami. Basti pensare agli alunni provenienti da paesi lontani, coinvolti in laboratori del gusto quanto si sentono accolti e coinvolti. Consumare insieme cibo buono e semplice a scuola contribuisce a creare un clima caratterizzato da leggerezza, allegria e condivisione.
  • Buone pratiche ambientali: attenzione alla raccolta differenziata, costruzione di compostiere domestiche. Produzione di compost per gli orti della scuola. Eliminazione dell’usa e getta, le nostre mense sono a rifiuti zero. L’uso della plastica è stato notevolmente ridotto, l’acqua a tavola è servita in brocche di vetro, gli alunni utilizzano i bicchieri di plastica rigida, per la merenda, invece, la scuola è fornita di bicchieri di vetro. Abbiamo acquistato una lavastoviglie esclusivamente per l’eco-merenda. Numerosi laboratori di recupero e riciclo. Solo qualche esempio:
  1. Costruzione di strumenti musicali con materiale di scarto e formazione di una piccola orchestra
  2. Costruzione di piccoli oggetti con ritagli di pelle regalati da una fabbrica di scarpe locale (borse, borsette, porta-occhiali, portacellulare, portatablet, astucci, ecc..ecc..)
  3. Costruzione di piccoli oggetti con le cialde del caffè (collane, orecchini, anelli, ecc…ecc…)
  4. Recupero della carta e cartone per la costruzione di piccoli oggetti
  5. Recupero della carta vecchia per laboratori di carta riciclata
  6. Raccolta presso i bar delle buste di caffè e costruzione di borse piccole e grandi
  7. Raccolta dell’olio esausto alimentare e produzione di saponette. Sono state recuperate, grazie all’aiuto delle nonne, alcune ricette locali e oggi si realizzano vari tipi di saponette : neutre, aromatizzate con erbe selvatiche, alla camomilla, agli agrumi, alla cannella, con sabbia ed acqua di mare, ecc…ecc… . il sapone ottenuto viene utilizzato nei bagni della scuola, il resto viene “venduto” nei mercatini della solidarietà della scuola, insieme ai tanti altri manufatti realizzati nei laboratori scolastici. Il ricavato viene utilizzato per sostenere progetti di solidarietà: una parte la utilizziamo per comprare ticket mensa per le famiglie più bisognose, libri, strumenti musicali, ecc…ecc…. una parte per sostenere un orfanatrofio in India.

Tutta la didattica è stata rivista e laddove possibile, rinnovata. Ho messo l’ambiente, la Natura al centro del apprendimento. Il fuori è un’occasione speciale per fare scuola e per stimolare l’autoapprendimento. Ritengo il nostro orto-giardino, i boschi, il mare, il fiume come “aule didattiche decentrate” (F. Frabboni). L’ambiente naturale è dinamico, complesso, imprevedibile, ed è proprio questo aspetto apparentemente disordinato e non predefinito, ma armonico a favorire l’esplorazione, a promuovere la curiosità e a tenere alta la concentrazione degli alunni. In questo modo i saperi omologati, pre-masticati, parcellizzati imposti dall’alto (vedi INVALSI), che propone di solito la scuola divengono veri, originali, scelti.

La scuola da non-luogo diventa un ambiente caldo, accogliente, creativo.

Certo che è un processo lento e difficile, ci imbattiamo tutti i giorni con la forza di resistenza al cambiamento esercitata dal mondo adulto e normativo. Il delirio igienista, le normative, spesso, schizofreniche, rallentano il nostro lavoro. Basti pensare che qualche anno fa sono stata premiata dal Parlamento Europeo per le buone pratiche realizzate a scuola…..ma secondo le leggi italiane la maggior parte di ciò che proponiamo nella nostra scuola è illegale!

Bisognerebbe trovare il coraggio di rivedere tutto l’impianto normativo, stabilire cosa è ”pulito” e sano e cosa non lo è, intraprendere una lotta vera contro lo spreco ed il superfluo, comprendere cosa far crescere e cosa limitare.

Se continuiamo a tenere in vita una scuola nozionistica, superficiale, massificata, competitiva, spesso amorale, continuiamo a dare valore al denaro ed alla competizione e non favoriamo la promozione della pace, della fratellanza e della giustizia non costruiremo mai quel mondo migliore a cui tutti aspiriamo.

Il discorso è molto lungo e complesso, ho voluto solo, con questa estrema sintesi raccontare la fatica e l’umiltà di provare a costruire una piccola scuola cilentana , favorendo un clima positivo, ricco di relazioni, di aiuto reciproco e di condivisione.

di Maria de Biase