Roma vs Milano, l’autogestione e le cucine fanno la differenze

Roma 150.000 pasti e 441 cucine, 6 fornitori suddivisi per 11 zone. Milano 65.000 pasti 26 cucine un fornitore unico da 18 anni. Roma fornisce intorno al 60% di prodotti biologici, Milano il 23% (dato bilancio 2016). Roma si distingue anche per le due opzioni che può scegliere un istituto scolastico: la mensa centralizzata, cioè gestita direttamente dal Comune o l’autogestione, gestita dall’Istituzione scolastica. Questa seconda opzione ha permesso fino a quest’anno alle scuole di organizzarsi la propria gara d’appalto, selezionare un fornitore e gestirsi in autonomia la riscossione delle rette, trattenendo, ad uso della scuola, la quota dei pasti non consumati ma pagati dall’utenza. L’autogestione è quindi un vantaggio per quelle scuole che hanno una buona capacità organizzativa e amministrativa nella gestione dell’appalto e nella riscossione delle rette.

Con la delibera del 13 febbraio Roma introduce il Regolamento del servizio di ristorazione scolastica. L’obiettivo perseguito da Roma Capitale nell’erogazione del servizio di ristorazione scolastica è quello di favorire una grande alleanza tra scuola e famiglia per assicurare ai bambini ed ai ragazzi una dieta sana ed equilibrata durante l’arco della giornata educativa e scolastica. E’ quanto stabilisce la delibera che mette per iscritto quando è già prassi nelle mense scolastiche romane anche per quanto riguarda i controlli delle commissioni mensa che non possono essere più di 10 per scuola. Limite che a Milano non esiste, anzi nella capitale lombarda anche i nonni possono essere commissari mensa e a febbraio, se non ci si è iscritti ad inizio anno scolastico, lo si può fare entro questo mese. Mentre a Roma  il personale docente e non docente appartenente alla scuola dove opera la Commissione Mensa non può far parte della Commissione, a Milano, invece, è sempre presente un’insegnante della scuola all’interno della commissione mensa, e rappresenta un valore aggiunto perché ha il polso della situazione.

Il nuovo regolamento, contrariamente a quanto si è letto sui giornali, non tratta il pasto da casa, ma introduce novità per la gestione degli scarti alimentari e per le diete. Gli avanzi saranno destinati ai canili e gattili della città, mentre i cibi integri non consumati potranno essere distribuiti a associazioni e onlus. Milano, da questo punto di vista è già attiva da anni a recuperare il cibo non consumato in mensa grazie a Siticibo, un programma della Fondazione Banco Alimentare ONLUS.

Uno dei punti cardine di questa delibera, è relativo alle diete speciali: oltre alle diete per motivi di salute e religiosi, vengono introdotti i menù vegetariani e vegani dietro sollecitazione dei genitori. A Milano, dove le diete vegetariane e ‘prive di alimenti di origine animale‘ esistono da anni, si registra un progressivo aumento di richieste nell’ultimo triennio, come emerge dai dati di bilancio; 6.229 (2014) 6.551 (2015) 6.811 (2017), superando il 10% di richieste.

Di questa delibera si registra tuttavia un grave scontento da parte dei vari Municipi, che sono stati ascoltati in fase di concertazione, relativamente all’abolizione dal 2020 del servizio di mensa autogestita. Sono molti a richiedere ‘il mantenimento dell’attuale sistema che consente la scelta da parte degli IC tra l’autogestione e la gestione diretta da parte del Comune di Roma. Attraverso il sistema di autogestione alla Ditta aggiudicataria sono corrisposte dall’IC le quote dei pasti solo effettivamente consumati, per cui gli importi versati dai genitori e non usufruiti dai propri figli per assenze familiari o di salute costituiscono residui attivi che restano a disposizione della singola scuola per progetti manutentivi/didattici/educativi. 

L’autogestione è stata fino ad oggi una fonte di autofinanziamento per gli Istituti Comprensivi per lo più finalizzata a progetti didattici ed educativi e per sopperire a quella drammatica assenza di finanziamenti per piccole manutenzioni della struttura scolastica. Un tesoretto che viene a perdersi e con esso un valore per la scuola e per la didattica, che sarebbe utile a tutte le scuole, anche a quelle di Milano.