Arezzo: 24 milioni per il centro cucina unico

I genitori di Arezzo avviano una serie di incontri cittadini per parlare di cibo, mensa e sostenibilità. Un’iniziativa che parte il 4 aprile e che vuole aprire un confronto con la cittadinanza al fine di contrastare la decisione del Comune di chiudere le cucine interne alle scuole e costruire un centro cucina unico. Costo dell’operazione previsto: 24 milioni di euro che andrebbero a coprire i 3.500 pasti al giorno della mensa scolastica; niente confronto a Milano che di pasti ne ha 80.000 un centro cucina industriale costato 25 milioni di euro. Un confronto che non giustifica la costruzione di quella che potrebbe diventare una cattedrale nel deserto. Di fronte a questa incongruenza si apre un dibattito cittadino che vuole coinvolgere profili autorevoli del panorama nazionale per condividere punti di vista diversi sul tema della salute e della sostenibilità.
Una read map aretina che s’inserisce dopo 4 mesi di intensa dialettica tra genitori e l’Amministrazione che ha portato ad un primo risultato: l’annullamento del project financing per il progetto della ‘supermensa’. A breve, infatti, è prevista la delibera di ricusazione del project financing, come annunciato dall’assessore Tanti in sede di consiglio comunale lo scorso venerdì 22 marzo. Un traguardo impensabile fino a qualche mese fa quando l’Amministrazione procedeva a colpi serrati di maggioranza ad approvare le tappe verso il bando di gara.

In questi mesi la caparbietà dei genitori è riuscita ad attrarre alleati che hanno alimentato la competenza e la forza del comitato ‘giù le mani dalla mensa’ e convinto l’Amministrazione a cambiare rotta, almeno sul fatto di tenere il servizio all’interno di una gestione pubblica. Rimane la prospettiva della chiusura delle cucine a favore del centro cucina industriale, anche se è prevista in funzione dal 2022.

L’idea su cui si muove l’Assessorato è quella che prevede 4 cucine (3 interne agli asili nido + 1 Centro unico destinato a servire 55 scuole tra asili e primarie) e 58 aule di educazione alimentare (1 in ogni scuola).

Quello che succederà adesso sul fronte dell’Amministrazione è l’avvio di una serie d’incontri tra l’Assessore e i vari stakeholder (medici, pediatri, categorie produttive, comitato, presidi etc.) per definire le linee guida del nuovo “Modello Arezzo” che discuterà mettendo a confronto i due modelli di riferimento: quello di Cremona con le cucine interne e quello di Sesto Fiorentino con il centro cucina industriale.  I pediatri di Arezzo, a cui l’Assessore ha chiesto di esprimere la propria preferenza in sede di Osservatorio cittadino sulla mensa, si sono già dichiarati a favore del modello Cremona con le cucine interne alle scuole. Esattamente come i genitori del comitato ‘giù le mani dalla mensa’ che sono per preservare e valorizzare le cucine interne e avviare un percorso di formazione dei cuochi. Un progetto, quello dei genitori, che valuta un costo pari ad un terzo della cifra prevista oggi per il centro cucina industriale, e che potrebbe includere anche la costruzione di una cucina di quartiere per servire quelle scuole senza cucina. I vantaggi che si potrebbero ottenere, oltre quello di evitare lo sperpero di denaro pubblico, sono una maggiore qualità dei pasti, cotti e serviti, sia dal punto di vista organolettico che nutrizionale, minori avanzi e minore emissione di CO2 nell’aria attraverso l’impiego di camioncini per il trasporto dei pasti nelle scuole.

Nel frattempo si guarda anche all’ultima ultima gara d’appalto triennale che va da gennaio 2020 a luglio 2022 per il servizio nelle cucine, quelle che dovrebbero ancora sopravvivere per 3 anni.

Il programma del ‘PIANETA MENSA – Road Map cittadina tra cibo e sostenibilità’ che si terrà in parallelo ai tavoli istituzionali dell’Amministrazione, punta ad alimentare conoscenze ed influenzare la qualità del prossimo bando triennale affinché recepisca nel capitolato menù migliori, più biologico, più filiera corta, più legumi, più verdura, più pesce, cuochi più qualificati e ricette più varie ed appetibili. Così sostengono i genitori che dichiarano: “Abbiamo già in calendario incontri con agronomi e nutrizionisti, medici, biologi, chef, esperti della ristorazione sostenibile, e di biologico, imprenditori nel settore del riciclaggio dei rifiuti. Puntiamo a progetti educativi alimentari, ma vogliamo anche una chiara ridefinizione del ruolo, dei diritti e dei doveri, dei rappresentanti mensa e della commissione mensa”.

L’obiettivo ultimo rimane quello di difendere le cucine e per far naufragare per sempre il progetto del centro unico di cottura. Per arrivare a questo risultato i genitori stanno aggregando i principali esperti, nazionali e internazionali, nell’ambito dell’alimentazione e della sostenibilità, per approfondire due fattori indissolubili e imprescindibili che mirano alla salute dei bambini e del pianeta. Binomio necessario se si vuole dare un futuro ai nostri figli.