Bergamo quarta tappa del tour tra le best practices delle mense scolastiche

Aretè Eneko Viñuela FoodinsiderBergamo, quarta e ultima tappa del tour della delegazione basca tra le best practices della ristorazione scolastica e ospedaliera in Italia. Il biodistretto dell’agricoltura sociale che unisce la promozione delle risorse del territorio ad una rete solidale fa di Bergamo un modello all’avanguardia. Si parte dai fornitori dell’ortofrutta della mensa scolastica la Cooperativa sociale Areté, una realtà che vive con il supporto dei volontari impegnati nel recupero dei detenuti della Casa Circondariale di Bergamo. Diego Forastieri (nella foto con Eneko Viñuela), della Cooperativa, racconta alla delegazione il modello di produzione del biologico in un contesto non profit dove conta soprattutto la solidarietà, la reciprocità, l’impegno sociale. Uno spazio dove dedicarsi agli altri che hanno bisogno di questa cooperativa per rieducarsi alla vita e al lavoro per riconquistare dignità. Una prima visita che lascia a tutto il gruppo, delegazione basca e accompagnatori, un sapore nuovo di mensa, dove il biologico, come dice Paola Trionfi di Aiab ‘non è più solo una tecnica di produzione, ma un modello di sostenibilità attuale e completo dove qualità, inclusione, professionalità ed economia costruiscono un nuovo welfare’.

Bergamo biodistretto FoodinsiderSi chiama Biodistretto dell’agricoltura sociale di Bergamo ed è un’area territoriale dove si trovano aziende biologiche certificate, che seguono un modello di sviluppo sostenibile operando nell’impegno sociale e nel rispetto dell’ambiente. Coinvolge tutte le comunità locali che vogliono unire l’aspetto economico, lo sviluppo dell’agricoltura biologica nella provincia di Bergamo e l’attenzione verso l’inclusione sociale. “Ci preoccupiamo anche del benessere delle persone svantaggiate promuovendo progetti di inserimento lavorativo nel settore agricolo”. Per Alba Pietromarchi organizzatrice del Tour per Firab, ricercatrice esperta di filiera bio, Bergamo rappresenta un modello che deve fare scuola in Italia per la sua visione d’insieme: “dai criteri di approvvigionamento che mettono il biologico in primis, poi il locale/stagionale rifornendosi da una cooperativa sociale di cui condivide il progetto di consumo critico e consapevole, sono aspetti che elevano l’identità e il valore della mensa scolastica nel territorio”.

E’ quanto ha spiegato Giacomo Ribaudo Presidente del Biodistretto durante il convegno che si è tenuto al Parco dei Colli per discutere di economia solidale, di cibo sano e del valore pedagogico delle mense scolastiche con la delegazione basca e le istituzioni locali.

L’Assessore Loredana Poli ha presentato la filosofia che sottintende il modello della mensa scolastica di Bergamo dove l’obiettivo è avviare “un cambiamento culturale nel rapporto con il cibo“. Per farlo è necessario avere un approccio responsabile da parte di tutti gli attori coinvolti per fare sistema, trovando sinergie tra Comune, scuola, ditta di ristorazione scolastica, Agenzia a Tutela della Salute, famiglie e territorio. Solo in questo modo si riesce a dare un valore educativo al momento del pranzo, cercare soluzioni a basso impatto ambientale evitando la plastica in mensa, trovare condizioni ottimali per favorire il consumo del pasto riuscendo a ridurre gli avanzi fino al 50% nelle scuole materne, ripensare un menu sostenibile capace di incontrare il gusto e favorire la salute bambini. Una visione d’insieme che mette la mensa scolastica al centro di un sistema che coniuga educazione, salute, inclusione, sviluppo del territorio e sostenibilità attraverso una comunità che opera in sintonia con questi obiettivi condivisi.
A scuola si riflette e si radica questa ‘nuova cultura’ attraverso le modalità con cui funziona il servizio mensa, ma anche attraverso tutte le iniziative che vi ruotano attorno, come la formazione delle insegnanti per la cura dell’orto in dotazione a tutte le scuole che permette di educare i bambini intorno ai principi di una alimentazione sana e sostenibile.

Anche Slow Food è tra gli attori che contribuiscono a sostenere il biodistretto bergamasco. Raoul Tiraboschi è intervenuto al convegno per raccontare come  anche Slow Food stia lavorando insieme al biodistretto sociale per introdurre a Bergamo una . Una vera politica del cibo che si realizza attraverso il sostegno della produzione agricola attenta a promuovere piccoli produttori locali e di qualità, rispettosa dell’ambiente e delle persone che ci lavorano.

A Bergamo, poche parole e tanta sostanza. Esempio concreto di sostenibilità, equità e giustizia alimentare. Valori che si ritrovano nel piatto della mensa, ma anche presso la Cooperativa Il sole e la terra, dove la delegazione basca ha avuto l’opportunità di mangiare a pranzo. Una realtà dove si mangia bene, tutto biologico e si paga ciò che si consuma in base del peso del piatto. Una modalità per responsabilizzare il consumatore sugli sprechi alimentari. Tema su cui Bergamo fa scuola.