Cibo, depressione e antibiotici: quali relazioni?

intestino e psicheL’alimentazione non è la causa dei disturbi mentali, ma può condizionare o favorire l’equilibrio psichico. Lo dice la psicobiotica la disciplina che studia il rapporto tra intestino e cervello individuando connessioni tra la mente e la qualità della flora batterica intestinale.

Recenti ricerche in questo ambito hanno dimostrato come le persone che hanno un’alimentazione a base di cibo raffinato, processato, altamente calorico, tipico dello stile americano, risultino più depresse, ansiose, soggette a sbalzi di umore e iperattività. E’ quanto emerge dal 47° congresso della Società Italiana di psichiatria dove sono stati resi noti i risultati di uno studio internazionale che evidenzia come una flora intestinale in buona salute abbia conseguenze positive sul cervello.

Conferme arrivano dall’American Psychological Association secondo la quale i batteri intestinali producono una grande quantità di sostanze neurochimiche che il cervello impiega per regolare processi fisiologici di cui fa parte l’umore. Non a caso sono proprio i batteri intestinali a fornire al corpo il 95% di serotonina, comunemente nota come ‘ormone del buonumore‘. Ancora più interessante la correlazione che hanno individuato i ricercatori dell’Arizona State University tra i bambini con autismo e bassi livelli di tre tipi di batteri intestinali (Prevotella, Coprococcus e Veillonellaceae) rispetto ai bambini sani.
Si tratta di scoperte che aprono a nuovi scenari terapeutici dove i disturbi mentali potrebbero essere trattati, in futuro, modificando la flora batterica attraverso probiotici specifici.

Psichiatri americani, come Drew Ramsey, hanno dimostrato che si può trattare la depressione e l’ansia anche con il supporto di una dieta adeguata.
La dieta antidepressione è  ricca di omega 3, fibre, calcio, magnesio, vitamine, tra le quali anche la vitamina 12 presente nella carne.
Un’alimentazione sana che abbia effetto positivo sull’equilibrio psicofisico di un individuo deve essere a base di verdure, soprattutto a foglia verde, (verza, spinaci, erbette, coste), carboidrati complessi, che mantengono costante la presenza di zuccheri nel sangue e che sono presenti soprattutto nei cereali, (meglio se integrali e biologici) nei legumi e nelle patate; pesce, da preferire quello di piccola taglia come alici o sgombri, ma anche polpi, calamari, e i molluschi (cozze e vongole); non può mancare la frutta secca (noci, mandorle, nocciole) ma anche la carne, meglio quella bianca, e frutta, ma lontano dai pasti.

Non  conta solo la qualità, ma anche la frequenza e regolarità dei pasti, perché i cali glicemici possono originare stati di ansia e vanno prevenuti con l’ingestione di alimenti adeguati come, per esempio, la frutta, anche quella secca, a metà mattina o a merenda. Quindi colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena sono altri fattori da considerare se si vuole mantenere un buon equilibrio psichico.

Se è vero che è così evidente la relazione tra flora intestinale e cervello dovremmo stare molto più attenti alle somministrazioni prolungate di antibiotici?  Se l’effetto degli antibiotici è  la distruzione della flora intestinale, quanto questo aspetto può provocare disturbi cerebrali e psichici? E quanto incide l’uso indiscriminato degli antibiotici, spesso utilizzati anche in situazioni cliniche che non lo richiedono, sull’equilibrio psichico dei bambini e degli adulti? Ecco un altro aspetto da approfondire.