2019: il meglio e il peggio della mensa scolastica

Ecco una panoramica delle notizie più rilevanti sulle mense scolastiche che hanno riempito le pagine dei giornali nel 2019. Notizie, fatti e novità emerse in questo anno che vogliono essere un’occasione per riflettere sui problemi della mensa scolastica e sull’opportunità di ripensarla in una nuova prospettiva. Un richiamo alla politica ma anche a tutti i soggetti che ruotano intorno alla mensa scolastica, dalle Amministrazioni ai genitori, passando per la scuola, le aziende sanitarie, i fornitori e i produttori locali.

LE INDAGINI DEI NAS
Il 2019 si è aperto con il sequestro da parte dei Carabinieri di 60 kg di cibo nella cucina che prepara i piatti per la mensa scolastica di Chioggia e si è chiuso con l’esito dei controlli dei NAS che hanno ispezionato quasi 1000 aziende di ristorazione scolastica: 900 kg di derrate alimentari sequestrate, 21 imprese di catering sospese, 25 violazioni penali e 247 amministrative. In sintesi una mensa su 5 ‘non è conforme’. Un dato a cui ci stiamo abituando, quasi una prassi, che si potrebbe evitare concentrando l’attenzione non solo sulla qualità dei capitolati ma investendo in egual misura in controlli efficienti ed un sistema sanzionatorio efficace. Strumenti indispensabili a garantire che quanto pattuito nel contratto di servizio si ritrovi effettivamente in mensa.

L’INTERVENTO DEI GENITORI
Ne sanno qualcosa i genitori di Civitanova Marche che si sono accorti durante le loro ispezioni che il pesce proposto, così come l’olio, non era in linea con i prodotti previsti dal capitolato: non conformità gravi per le quali il fornitore è stato sanzionato.
La forza dei genitori si è vista anche ad Arezzo, dove a febbraio si è tenuta una conferenza che ha chiamato a raccolta tutti i supporter della mensa scolastica tra cui Slow Food, Coldiretti, Foondinsider, Cittadinanzattiva, Legambiente, riuniti per un confronto civile e costruttivo sul ruolo della ristorazione scolastica. Si è trattata di un’iniziativa coordinata dalle famiglie che hanno contestato e fermato l’incipiente costruzione del centro di cottura industriale, salvaguardando l’esistenza delle cucine interne alle scuole e la prospettiva di un loro rilancio e potenziamento.

LA PARTECIPAZIONE
Il ruolo delle famiglie esce rafforzato dopo la pubblicazione della sentenza della Cassazione sul pasto da casa che afferma che i genitori “possono influire sulle scelte riguardanti le modalità di gestione del servizio mensa”. Un messaggio a chiare lettere che restituisce un ruolo alle famiglie nella definizione del servizio di refezione scolastica e nella sua gestione. Uno spazio che i genitori si devono prendere per difendere non solo le cucine, ma anche per assolvere al ruolo di controllore con strumenti adeguati e per entrare in gioco nella definizione dei capitolati e del servizio di ristorazione scolastica, soprattutto in fase di gara d’appalto.

LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
La sentenza della Cassazione, depositata il 30 luglio, avrebbe dovuto dirimere la questione del pasto da casa, ma di fatto ha alimentato una ‘battaglia legale’ che si è spostata da genitori contro Amministrazioni, a genitori contro dirigenti scolastici, dando il via ad una serie di ricorsi culminati con la sentenza n. 14368 del Tar del Lazio che ha legittimato il pasto da casa. Mentre la dialettica si consuma sul piano legale i veri problemi all’origine della fuga dalla mensa, accessibilità e qualità del pasto a scuola, rimangono irrisolti e continuano a non essere un tema affrontato a livello politico.
Il decalogo della mensa scolastica elaborato e sottoscritto da Foodinsider Slow Food, Cittadinanzattiva, Savethechildren insieme ad esperti nazionali ed internazionali e inviato ai Ministri della Salute, dell’Ambiente, dell’Istruzione nasce proprio con l’obiettivo di chiedere di inserire il tema della mensa scolastica nell’agenda politica e di considerare il servizio di ristorazione scolastica come uno strumento di politica ambientale, sociale, economico e culturale nel nostro Paese.

IL MALE DELLA MENSA
La gara d’appalto per il servizio mensa vinta al massimo ribasso rimane un’altro dei problemi irrisolti della mensa scolastica italiana: aggiudicare il servizio ad un prezzo stracciato rende difficile sostenere i costi del servizio garantendo la qualità prevista. Il che si traduce spesso in cibo convenzionale al posto di biologico, o, alla peggio, in sottoprodotti della carne, yogurt scaduti, ecc. Un gioco facile in assenza di controlli. Tuttavia nel 2019 c’è stata una prima battuta d’arresto, speriamo, alle gare vinte al massimo ribasso. Ad Asti l’esito della gara per il servizio di ristorazione scolastica è stato contestato, e sospeso, con un ricorso al Tar del Piemonte che ha accolto le istanze del ricorrente tra le quali rientrava ‘l’anomalia del ribasso offerto dall’aggiudicataria’.

SOSTENIBILITA’ DELLA MENSA: UNA NUOVA PROSPETTIVA
Il 2019 ha introdotto nel servizio mensa il tema della sostenibilità, una nuova prospettiva attraverso la quale pensare ad una ristorazione scolastica che guarda al futuro del pianeta; una mensa che misura l’impatto dell’intera filiera sull’ambiente e mette in atto strategie per ridurlo, che promuove il consumo consapevole con prodotti a basso impatto ambientale e riduce le carni rosse, che elimina la plastica, privilegia la filiera corta, adotta strategie per contenere gli scarti, educa i bambini alla salute e a comportamenti responsabili verso l’ambiente. Una mensa che è motore di sviluppo e di benessere sociale in una cornice di sostenibilità ambientale.
E’ questa l’idea di mensa che abbiamo lanciato come Foodinsider con il ranting sui menu sostenibili che ha visto in fondo alla classifica Verona e Latina e sul podio Fano, Cremona e Bergamo, realtà che da anni lavorano per realizzare una mensa buona, sana e sostenibile.
Più ‘silenziose’, ma straordinarie, sono piccole realtà che abbiamo scoperto che stanno rivoluzionando il modo di concepire il servizio mensa. Succede a Loro Ciuffenna, in provincia di Arezzo, dove il Sindaco Moreno Botti, ha inserito gli indicatori di sostenibilità ambientale per tutte le nuove iniziative e i servizi offerti dal Comune, inclusa la mensa scolastica. La sostenibilità ha permesso di cambiare il paradigma della mensa: non è più solo un costo da inserire a bilancio, ma un servizio che produce benefici misurabili in termini di salute, ambiente e cultura.

LA RIVOLUZIONE DELLA MENSA SOSTENIBILE
La rivoluzione della mensa sostenibile è in atto, ma non ha la visibilità che merita. L’abbiamo trovata nelle numerose esperienze di prevenzione e gestione degli scarti di cibo, nella strategia dei cuochi che attingono prodotti e ricette dal territorio, nei genitori che scelgono i fornitori locali biologici per la mensa, negli insegnanti e nelle Amministrazioni attive in percorsi di educazione alimentare legati al territorio, come il progetto Pappafish che quest’anno è arrivato anche in Abruzzo. Tante realtà di cui abbiamo raccolto le storie e i punti di vista nel libro che abbiamo appena pubblicato ‘Mangiare a scuola‘ che nasce per diffondere modelli virtuosi scoperti in questi quatto anni di indagini sulle mense scolastiche e generare un effetto contagio. Parliamo di esperienze concrete come quella di Sesto Fiorentino, Macerata, Perugia, Bolzano, Bergamo, Chieti, ma anche di piccole realtà come San Martino di Lupari, esempi che dimostrano come sia possibile fare una rivoluzione puntando sulla salute dei bambini e del pianeta attraverso la mensa scolastica.

LE SFIDE DEL 2020
Nel 2020 dovrebbero vedere la luce le nuove linee guida della ristorazione scolastica nazionali, ferme al 2010, e i nuovi CAM (Criteri Ambientali Minimi), che hanno l’ambizione d’incrementare la sostenibilità del servizio di ristorazione scolastica.
Dovranno essere rinnovati i servizi di ristorazione scolastica più importanti per dimensione: Milano e Roma. Il Comune di Milano dovrà aggiornare il contratto in scadenza con Milano Ristorazione, monopolista del servizio, introducendo nuovi parametri di sostenibilità, così come la mensa di Roma dovrà affrontare una nuova gara d’appalto. Due occasioni dove verificheremo se quanto sancito dalla Cassazione in termini di partecipazione e coinvolgimento dei genitori nella stesura dei capitolati e nella definizione della qualità del servizio si realizzerà effettivamente.
Si tratta di quattro appuntamenti significativi su cui si misurerà la visione, la competenza e il coraggio dei nostri politici in tema di mensa scolastica.