Ristorazione bellezza, Lorenzo Falchi

Lorenzo Falchi, Sindaco di Sesto Fiorentino, interviene a Ristorazione bellezza per spiegare la filosofia di un Comune che ha una visione sul servizio di mensa scolastica come strumento di politica del territorio, come opportunità di sviluppo economico e come strumento per costruire una comunità del cibo fondata su valori legati alla salute e alla sostenibilità.

Fiorino Iantorno: in un comune non troppo lontano da dove stiamo parlando il 26 aprile si è mangiato riso al pomodoro, tonno all’olio di oliva contorno di verdure miste al vapore, pane integrale bio,nel suo invece si mangiavano tortiglioni di grani antichi al pomodoro e basilico, branzino alle erbette, spinacini in insalata, e frutta buon appetito! Ma lei è pazzo a far mangiare bambini questa roba! La domanda che io le voglio farle: ma quanto conviene a un Sindaco far mangiare ai bambini bene? mi sembra che qui lei è un pazzo, i bambini sono gli ultimi, non votano! ma perché ci perde tutto questo tempo nella mensa ?

Buongiorno a tutti e grazie per questo invito. Sono stato collegato finora perché è interessantissimo quello che ho ascoltato e credo sia importante prendere informazioni da tante persone, da tante esperienze nell’arco della giornata che sicuramente ci daranno qualche elemento in più per migliorare. Mi fa ovviamente piacere e è un onore che Qualità & Servizi, la nostra esperienza, sia in qualche modo al centro di questa prima parte della della discussione. se sono pazzo ma sicuramente un po visionario in quell’accezione a cui accennava Antonio Ciappi nel suo intervento sicuramente sì. Perché fare gli Amministratori oggi, ma come ieri, penso valga sempre, c’è bisogno, c’è la necessità di avere una visione di provare, concretamente, con l’azione di governo a cambiare un po’ le cose, altrimenti ci trasformiamo noi Amministratori in semplici esecutori di norme, di regolamenti. Credo ci voglia qualcos’altro per trovare a strutturare le nostre comunità. Da questo punto di vista che cosa portiamo in tavola dei nostri bambini e delle nostre bambine nelle nostre scuole, lo hanno dimostrato gli interventi che mi hanno preceduto, può davvero aprire a tanti aspetti sociali, economici, culturali e ambientali che migliorano la nostra comunità. da tutti questi punti di vista. Se conviene o meno…. è ovvio conviene da questo punto di vista: dal punto di vista della visione, di provare a cambiare le cose. Se lo si guarda cinicamente sul consenso, sappiamo bene che viviamo in un paese nel quale quando le cose funzionano non vanno fanno notizia, e funziona solo quando le cose non vanno e anzi a volte c’è anche una certa difficoltà a parlare di esperienze belle.

Fiorino Iantorno: ‘Quanto costa la sua mensa? quanto pagano gli utenti?

Lorenzo Falchi: ‘Il costo, ovviamente, cambia da Comune a Comune perché veramente abbiamo con il contratto con Qualità e Servizi che fornisce i pasti ai Comuni poi ogni Comune ovviamente ci mette del proprio. Considerate noi abbiamo undici fasce isee, la più alta arriva a 5 euro, la più bassa ovviamente si va dall’esenzione.

Fiorino Iantorno: ‘per fare mangiare il branzino e le erbette con 5 euro complimenti! siete veramente un un’eccellenza. Quindi nel suo Comune i suoi genitori hanno il suo poster quello di Ciappi quello di Fossati in casa.

Lorenzo Falchi: ‘Non esageriamo! Diciamo c’è molta soddisfazione. Io ho iniziato sei anni fa a fare il Sindaco e oggettivamente la Qualità e Servizi del passato era un’azienda, come diceva Ciappi e Fossati era molto industriale e molto tradizionale e anche uguale rispetto a tutte le altre aziende private che operano in questo settore e non vi nascondo che le lamentele e le proteste erano all’ordine del giorno. Da quando abbiamo attuato questo cambiamento, oggettivamente, non ricevo più una mail, neanche un messaggio, non c’è più nessun tipo di lamentela. Da questo punto di vista poi c’è da fare un lavoro culturale, come ricordavamo prima, alcuni interventi lo sottolineavano, un lavoro culturale sulle famiglie, perché ovviamente, c’è anche chi, pur apprezzando questi cambiamenti, però ritiene che la cosa più importante sia quella di far mangiare qualcosa purché mangino e quindi riversano la mancanza di educazione alimentare che c’è a casa e c’è in famiglia anche collettivamente nel momento della scuola. Però in generale c’è una grande soddisfazione di questo servizio.

Io mi volevo concentrare, se ho un minuto, solo su un aspetto, perché tante cose le hanno raccontate benissimo Antonio e Filippo che io non posso che ringraziare loro, Antonio Ciappi in particolare per quello che ha rappresentato come contributo di passione, di competenze, di conoscenza, alla svolta che noi abbiamo fatto fare alla nostra azienda. Per fare questo c’è bisogno di due aspetti. Il primo sono le persone e quindi, dicevo adesso del ringraziamento, che non è un ringraziamento formale, ma è assolutamente sentito, profondo, perché se non c’è negli Amministratori unici, nel top management, diciamolo così, dell’azienda la volontà forte di sposare un modello diverso, una filosofia diversa, una visione diversa dell’azienda non si va da nessuna parte. Il secondo elemento, però, che è altrettanto importante, che è una condizione, secondo me necessaria, è avere un modello di governo dell’azienda, cioè dello strumento che deve rappresentare questo cambiamento che consenta di realizzarlo, e per fare questo io ritengo che un’azienda interamente pubblica sia l’unico strumento che ci garantisce questi passi in avanti e questa trasformazione così profonda.

Ha profondamente ragione il professor Berti quando dice che noi dobbiamo interrogarci se ciò che portiamo in tavola, se le nostre mense, se la ristorazione scolastica, rappresentano un servizio, un bene, una merce come tante altre e quindi da sottoporre alla libera concorrenza e alle leggi del mercato, oppure se lo riteniamo un elemento che fa parte dei cosiddetti beni comuni, di quei beni, di quei servizi che hanno una valenza forte da un punto di vista sociale, ambientale, culturale, anche nelle nostre comunità.

Io credo che l’azienda interamente pubblica, da questo punto di vista, sia una condizione necessaria, perché altrimenti se noi ci affidiamo a quelle che sono le regole, le dinamiche, e i meccanismi della concorrenza, del mercato, senza volerli demonizzare, ci mancherebbe altro, ma se noi ci affidiamo a quelli….., per quanto si possa essere attenti, per quanto si possa scrivere bene i bandi e in questo credo come dire, che ci sia un lavoro importante e so bene che non tutti i Comuni sono nelle condizioni di poter passare da una gestione esternalizzata a una gestione in house attraverso una propria società, perché è difficile, perché è molto complicato e c’è un quadro normativo che spinge invece verso la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Quindi apprezzo assolutamente il lavoro che stanno facendo tanti Comuni. L’Assessore Pratelli ha detto cose assolutamente molto belle e molto importanti su un lavoro che, sono convinto, riuscirà a fare al meglio sul Comune di Roma.

Io credo ci sia una differenza grandissima tra il vivere questo tipo di servizio e questa visione, questo modello di gestione del servizio, come un adempimento contrattuale oppure con un’adesione fiera è convinta ad un modello diciamo che è quello della comunità del cibo, che è quello del rapporto con la comunità. Un adempimento contrattuale può essere fatto in tanti modi, ci raccontavano due esempi prima Ciappi e Fossati e Toti. Si pensa che una grande multinazionale, uno dei grandi player che lavorano sul mondo della ristorazione scolastica, che partecipano ad un bando fatto bene, con attenzione, che pone tutta l’attenzione sulla qualità, ma si pensa che quel tipo di soggetto privato possa, davvero, fare un’operazione come quella abbiamo fatto in Qualità & Servizi, di andare a cercare i produttori locali, di ragionarci, di perdere tempo. ‘Perdere tempo’, tra virgolette, di spendere, decidere di spendere del tempo per costruirci il rapporto, convincerli a investire, a credere in questo percorso? Chiediamo anche che quel tipo di soggetto privato sia nelle condizioni di cambiare il menù perché c’è una sovrapproduzione da parte del produttore locale, e questo fa ben bene al produttore, fa bene alla mensa, fa bene all’ambiente?

Se è un adempimento contrattuale, quando a me mi hanno detto che devo raggiungere il ‘X’ cento di prodotti di filiera corta, faccio un bel bando, guardo i produttori che ci sono e quando stanno nel raggio di tot chilometri da dove ho deciso, io ho adempiuto pienamente a quel contatto.

Molto meglio così rispetto, ovviamente, a un bando di gara al massimo ribasso che guarda solo al prezzo, come unico fattore. Non voglio fare di tutta un’erba un fascio, ci mancherebbe, ma è chiaro che l’azienda interamente pubblica che ha la possibilità per mettere a disposizione quel tipo di visione, quel tipo di passione e quel tipo di risorse dedicate a quella visione ha un altro tipo di possibilità di riuscire, un altro tipo di risultato e su questo io mi ci spendo molto.

Invece il nostro Paese, e chiudo perché non vogliono monopolizzare la discussione su questo, ma credo sia importante far capire quanto invece il nostro Paese stia andando in direzioni opposta: c’è in discussione in Parlamento un disegno di legge, il cosiddetto ddl concorrenza, che mette in difficoltà la gestione attraverso società interamente pubbliche di servizi pubblici locali, mettono in difficoltà i Comuni nel dover dimostrare che quello che fanno con aziende interamente pubblica è altrettanto efficiente altrettanto ed efficace rispetto a un bando di gara e rispetto alla gestione attraverso un’azienda privata. Ma ci sono tutta una serie di fattori, e potremmo fare un elenco lunghissimo, né abbiamo già citati alcuni, e, per motivi di tempo non li facciamo, che non possono essere in qualche modo considerate un inadempimento contrattuale, ma sono, invece, un adempimento contrattuale se li intendiamo in senso più ampio, come un contratto che ci deve essere tra le Amministrazioni, tra le istituzioni e il proprio territorio per farlo crescere in maniera sostenibile e armoniosa.

Io credo che questo sia possibile farlo, nel nostro piccolo, credo e spero insomma che abbiamo dimostrato, e lavoreremo ancora per dimostrare ancora di più, che questa piccola rivoluzione si può fare è sostenibile può reggere dal un punto di vista economico, ma anche ambientale, sociale e culturale.

Fiorino Iantorno: ‘… e le garantisce anche un bel consenso politico perché ha un Sindaco interessa anche questo. Quindi è un vantaggio sotto molti punti di vista.